
Julia Fullerton-Batten è una fotografa tedesca di nascita (1970), ma inglese d’adozione. Ha esposto i suoi lavori in tutto il mondo, tra cui Parigi, Bruxelles, Madrid, New York, Shangai, Reggio Emilia, e alcune sue opere sono presenti nella collezione permanente della National Portrait Gallery di Londra e al Musée de l’Elysée in Svizzera.

Nel 2007 ha pubblicato il libro Teenage Stories, le cui protagoniste sono ragazze adolescenti, dall’aspetto innocente e ingenuo, che si ritrovano immerse in un universo fiabesco e irreale, fatto di castelli e case di bambole. È il mondo stesso in cui abitano a essere piccolo, come fosse un parco in miniatura, formato da costruzioni di dimensioni ridotte ma in tutto e per tutto uguali alla realtà, oppure sono le ragazze stesse a essere delle creature più grandi del normale, che si aggirano in un’ambientazione ordinaria? Le sue eroine gigantesche si ritrovano in luoghi spesso familiari, quotidiani ma al tempo stesso sconosciuti perché rimpiccioliti. Così come le adolescenti cambiano la percezione di ciò che le circonda nel giro di pochissimi anni, così la Fullerton-Batten cala le sue protagoniste in un mondo che appare più grande e fuori formato, dove ogni cosa è iperreale. In un mondo immaginario fuori misura, le ragazze si sentono più grandi, più importanti, più potenti che nella vita quotidiana e possono affermare loro stesse, nella piena esplosione della loro individualità e femminilità, lontane dalla goffaggine e dall’insicurezza che caratterizza la loro nuova esistenza di passaggio tra l’essere bambine e il diventare donne. Mentre alcune ragazze sono collocate all’interno di ambientazioni quotidiane, come dei palazzi o un gruppo di villette di periferia (che fanno tanto Wisteria Lane, così uguali, pulite e tranquille), altre giovani sono inserite in sfondi onirici e fiabeschi, tra le nebbie che avvolgono un castello oppure nei pressi di un monastero, vestite di abiti graziosi, innocenti, ma che rivelano già un indizio della loro nuova fisicità e attrattività. Le modelle scelte dalla fotografa sono ragazze qualunque, non eccessivamente belle né brutte, riprese in pose congelate, bloccate, in modo da non tradire emozioni né sentimenti.


È come entrare nei loro sogni, nei loro pensieri più profondi, dove possono essere loro stesse senza dare spiegazioni, senza contraddizioni.